Come si decide la terapia
La scelta del trattamento dell’epatocarcinoma deve tenere conto di vari fattori che influenzano la prognosi e che sono rappresentati da:
- numero e dimensione dei noduli tumorali, invasione portale;
- presenza o assenza di cirrosi;
-grado di deterioramento della funzione epatica.
Negli ultimi anni sono stati compiuti molti progressi nel campo della terapia di questo tumore ed è stato redatto un modello terapeutico basato sulla classificazione dei pazienti in cinque stadi, a seconda della gravità della malattia al momento della diagnosi. Questo modello è stato stilato dai medici della Barcelona Clinic Liver Cancer (BCLC) ed è stato approvato dalla AASLD e dalla EASL: viene pertanto utilizzato come principale schema di trattamento in gran parte del mondo.
Come si è accennato sopra, il sistema di stadiazione BCLC divide i pazienti in cinque stadi:
•Stadio 0 (very early stage): pazienti con un singolo tumore <2 cm e senza alcun tipo di comorbidità; sono candidati ad interventi curativi quali la resezione epatica, il trapianto di fegato e i trattamenti interstiziali percutanei o laparoscopici/laparotomici. Questi comprendono l'alcoolizzazione della lesione con iniezione di etanolo (PEI) e la radiofrequenza (RFA). La sopravvivenza a cinque anni dal trattamento per i pazienti sottoposti a resezione chirurgica è dell'89%, mentre per quelli sottoposti a trattamento interstiziale è del 71%.34
•Stadio A (early stage): pazienti con cirrosi compensata che presentano una singola lesione asintomatica <5 cm o fino a tre noduli <3 cm ciascuno. Le terapie proposte sono le stesse dello stadio precedente, ma la sopravvivenza a cinque anni risulta minore, intorno al 50-75%.
•Stadio B (intermediate stage): pazienti con lesioni che eccedono i limiti suddetti, ma sempre asintomatiche; possono trarre beneficio dalla terapia palliativa con chemioembolizzazione trans-arteriosa (TACE). Con questo trattamento la sopravvivenza a tre anni è del 50%.
•Stadio C (advanced stage): pazienti sintomatici, con una forma fisica compromessa e/o caratteristiche tumorali di severa malignità, quali invasione vascolare o disseminazione extraepatica. Per questi pazienti non esistono trattamenti sicuramente efficaci: essi vengono di solito inseriti in programmi terapeutici con nuovi farmaci sperimentali o in fase di valutazione. L'ultima novità introdotta in questo campo è il Sorafenib, un inibitore delle tirosin-chinasi con attività anti-proliferativa e inibente l'angiogenesi tumorale. Gli studi finora condotti mostrano una capacità del farmaco di stabilizzare la malattia e di aumentare, sebbene di poco, la sopravvivenza dei pazienti trattati34, tuttora inferiore al 10% a tre anni.
•Stadio D (terminal stage): pazienti fortemente sintomatici con una forma fisica gravemente compromessa e/o una grave insufficienza epatica; possono essere sottoposti solamente a trattamento sintomatico e la loro sopravvivenza ad un anno è inferiore al 10% con un'aspettativa di vita intorno ai 3-4 mesi.